Chissà se ad altre persone capita di volere fare una pausa dalla propria vita?
Chissà se qualcuno, come me, ha voglia di chiudere gli
occhi per un istante e spingere un immaginario tasto di stand by, per scappare
lontano, in un posto senza responsabilità, senza preoccupazioni?
Un’isola calda e accogliente, dove sei uno sconosciuto,
dove ti puoi permettere di essere te stesso in libertà, dove sei libero.
Libero dagli affetti che hai lasciato, dalla tua casa, dalla tua famiglia, un
posto dove lasci dietro prima di arrivare, le gioie e dolori della vita in cui
viaggi normalmente.
Chissà se qualcuno la pensa come me e chissà perché, se si
pensa ad una pausa, viene in mente un’isola?
Scommetto che anche tu che leggi a volte sei spaventato da
quello che succede, da quello che vivi e dagli eventi che da un giorno all’altro
ti hanno cambiato e ti possono cambiare la vita.
Quando eravamo bambini era diverso, troppo piccoli per
accorgersi degli ostacoli che una vita adulta ti costringe a superare, si navigava
beati in un mare di certezze.
Ci sono giorni maledetti, in cui ormai adulto, le responsabilità, le
delusioni e il dolore che ti porti addosso come uno scomodo zainetto, ti
sembrano troppo pesanti da sopportare.
Ce ne sono altri in cui la tua vita non ti piace, in cui tu
non ti piaci, giorni in cui, a volte per ottime ragioni, il grigio è il colore
che si riesce a vedere.
Ci sono giorni grigi che per fortuna passano.
Se fossi un’imbarcazione mi vedrei come una nave solida, grande,
di quelle che di burrasche ne ha viste parecchie, una nave abituata a navigare
in mare aperto, che ha visto oceani e balene sotto la chiglia. Ammaccata, con
qualche falla riparata alla meno peggio, ma che regge la tempesta e aspetta placida
il sereno.
La vita beffarda, costringe prima o poi a dovere affrontare
burrasche e capire che tipo di imbarcazione sei e come reggi il mare.
Alcune navi non lasciano mai il porto, lucide e bellissime,
aspettano la ruggine senza avere mai visto terre lontane, altre viaggiano una
vita sotto costa, tranquille, nella falsa convinzione di essere al sicuro, molte viaggiano
veloci e spericolate e altre, a vela, hanno bisogno del vento per navigare.
Non si può attraversare un oceano con una barchetta di
pescatori ne viaggiare sotto costa con una petroliera.
Una volta capito che
tipo di imbarcazione sei puoi navigare sereno nelle condizioni che più ti si
confanno senza correre l'eccessivo rischio di affondare.
Ci sono giorni in cui però vorresti scendere comunque dalla tua barca,
approdare all'isola felice e come un malato d’amnesia, liberarti dal sapere chi sei e
per un po’, stenderti indifferente sulla sabbia, sotto al sole, a riposare.
Seconda stella a destra...
Seconda stella a destra...
Nessun commento:
Posta un commento