domenica 7 ottobre 2012

Seconda stella a destra...


Chissà se ad altre persone capita di volere fare una pausa dalla propria vita?

Chissà se qualcuno, come me, ha voglia di chiudere gli occhi per un istante e spingere un immaginario tasto di stand by, per scappare lontano, in un posto senza responsabilità, senza preoccupazioni?
Un’isola calda e accogliente, dove sei uno sconosciuto, dove ti puoi permettere di essere te stesso in libertà, dove sei libero.
Libero dagli affetti che hai lasciato, dalla tua casa, dalla tua famiglia, un posto dove lasci dietro prima di arrivare, le gioie e dolori della vita in cui viaggi normalmente.
Chissà se qualcuno la pensa come me e chissà perché, se si pensa ad una pausa, viene in mente un’isola?
Scommetto che anche tu che leggi a volte sei spaventato da quello che succede, da quello che vivi e dagli eventi che da un giorno all’altro ti hanno cambiato e ti possono cambiare la vita.
Quando eravamo bambini era diverso, troppo piccoli per accorgersi degli ostacoli che una vita adulta ti costringe a superare, si navigava beati in un mare di certezze.
Ci sono giorni maledetti, in cui ormai adulto, le responsabilità, le delusioni e il dolore che ti porti addosso come uno scomodo zainetto, ti sembrano troppo pesanti da sopportare.
Ce ne sono altri in cui la tua vita non ti piace, in cui tu non ti piaci, giorni in cui, a volte per ottime ragioni, il grigio è il colore che si riesce a vedere.
Ci sono giorni grigi che per fortuna passano.
Se fossi un’imbarcazione mi vedrei come una nave solida, grande, di quelle che di burrasche ne ha viste parecchie, una nave abituata a navigare in mare aperto, che ha visto oceani e balene sotto la chiglia. Ammaccata, con qualche falla riparata alla meno peggio, ma che regge la tempesta e aspetta placida il sereno.
La vita beffarda, costringe prima o poi a dovere affrontare burrasche e capire che tipo di imbarcazione sei e come reggi il mare.
Alcune navi non lasciano mai il porto, lucide e bellissime, aspettano la ruggine senza avere mai visto terre lontane, altre viaggiano una vita sotto costa, tranquille, nella falsa convinzione di essere al sicuro, molte viaggiano veloci e spericolate e altre, a vela, hanno bisogno del vento per navigare.
Non si può attraversare un oceano con una barchetta di pescatori ne viaggiare sotto costa con una petroliera.
 Una volta capito che tipo di imbarcazione sei puoi navigare sereno nelle condizioni che più ti si confanno senza correre l'eccessivo rischio di affondare.
Ci sono giorni in cui però vorresti scendere comunque dalla tua barca, approdare all'isola felice e come un malato d’amnesia, liberarti dal sapere chi sei e per un po’, stenderti indifferente sulla sabbia, sotto al sole, a riposare.

Seconda stella a destra...

Nessun commento:

Posta un commento