Ho fatto un guaio.
A mia discolpa devo dire che la serata era una di quelle
malinconiche di un dolce Ottobre bolognese, che ero di umore nostalgico e lui
era affascinante come sempre.
Mi è passato a prendere alle otto, per un aperitivo,
dovevamo parlare.
Le autoreggenti nere pizzicavano un po’, dopo un’estate
senza calze riabituarsi ad avere le gambe strette nel nailon richiede sempre un
po’ di fatica.
Il bar era affollatissimo e la piazza delle sette chiese in
Santo Stefano, pullulava di coppiette perse nel loro amore autunnale.
Al secondo gin tonic eravamo caldi di una simpatia
dimenticata, i riccioli castani cadevano morbidi sul suo viso, sul suo
bellissimo viso. I suoi occhi cadevano volentieri dentro la mia scollatura,
complici, divertiti.
L’aroma fresco del suo profumo mi riempiva l’anima di
ricordi, le sue mani accarezzavano le mie, giocavano sopra il tavolo in una
danza senza fine.
E’ stato naturale tornare a casa abbracciati, ridendo e
scherzando come due vecchi amici.
Congedata la baby sitter, dopo essermi assicurata che i
bambini dormissero il sonno dei giusti, sono tornata in salone e l’ho trovato
con due bicchieri colmi di vino bianco ghiacciato.
Ne ho bevuto un sorso, poi
un altro per avere più coraggio e ho cominciato a spogliarmi. Avevo voglia di lui, delle sue mani su di me, della sua bocca. Il sesso tra noi è sempre stato speciale, anche dopo tanti anni.
Lentamente, guardandolo negli occhi, ho tolto la gonna e la maglietta scollata e ho acceso le candele muovendomi per la stanza come un gatto, lasciando a lui la vista del mio corpo quasi nudo. Leggevo nei suoi occhi il desiderio di me, la stanza era piena di noi, dei nostri ricordi, del nostro amore.
Lentamente, guardandolo negli occhi, ho tolto la gonna e la maglietta scollata e ho acceso le candele muovendomi per la stanza come un gatto, lasciando a lui la vista del mio corpo quasi nudo. Leggevo nei suoi occhi il desiderio di me, la stanza era piena di noi, dei nostri ricordi, del nostro amore.
Mi sono avvicinata, gli ho tolto il bicchiere dalle mani, ho
bevuto un sorso e l’ho baciato con la
bocca umida di vino.
L’ho spogliato, adulato e sussurrato all’orecchio cose di
cui forse domani mi pentirò.
Il suo corpo ha un sapore familiare, sa di casa.
Il suo corpo ha un sapore familiare, sa di casa.
Ha soddisfatto le mie voglie, io tutte le sue fantasie, con una passione unica e travolgente.
Le sue mani si muovevano esperte su di me, mi ha lasciato senza fiato, mi ha torturato e accontentato.
Le sue mani si muovevano esperte su di me, mi ha lasciato senza fiato, mi ha torturato e accontentato.
Le fiammele delle candele si muovevano col vento della finestra aperta, l'odore di cera sciolta si mischiava ai nostri, l'aria profumava di sesso, mentre noi nudi e sazi, ci siamo addormentati abbracciati sul divano blu.
Quando mi sono svegliata Marcello era andato via, sul tavolino ho trovato un biglietto, un bigletto che solo lui poteva scrivere, lui che mi conosce da vent'anni, lui che è il padre dei miei figli, lui che mi ha amato tanto da capirmi.
Quando mi sono svegliata Marcello era andato via, sul tavolino ho trovato un biglietto, un bigletto che solo lui poteva scrivere, lui che mi conosce da vent'anni, lui che è il padre dei miei figli, lui che mi ha amato tanto da capirmi.
Il bigletto iniziava con "Eri bellissima mentre dormivi, non ti ho voluto svegliare....."
Opss...
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