martedì 8 aprile 2014

Pasta della mamma distrutta ma che fa finta di fare la salutista (alternativa a latte e biscotti)


1 scatoletta di tonno, preferibilmente al vetro e di marca
Una manciata di capperi (non dovete per forza andare a Salina a prenderli, quelli del super vanno anche bene)
Il succo di mezzo limone
1 costa di sedano
Due gocce di salsa Worcester
Olio quanto basta
Tempo di esecuzione: dieci minuti

Tornata alle nove di sera da un fine settimana a Roma molto movimentato con i miei pargoli, le belve affamate non probe, della magnifica gita guidata che la loro solerte e affettuosa mammina aveva organizzato per loro, pretendevano la cena.
Ingrati!
I miei piedi avevano il curioso aspetto di due  mortadelloni e l’unica cosa che desideravo era schiantarmi sul divano e regalarmi un pediluvio che avrebbe attenuato il dolore provocato da milioni di km fatti “pedibus calcantibus”.
I piccoli piragna pretendevano cibo, sottolineandolo con acute espressioni vocali al grido di “ho fameeee”!
Strisciando come un soldato di platoon, dopo avere travasato il contenuto quasi radioattivo della valigia direttamente in lavatrice, sono arrivata in cucina, trovandoli già in loco.
Avevo proposto ai pargoli un latte e biscotti al volo, ma hanno rifiutato categorici portando la tesi inconfutabile che la mia idea non era una cena, ma una prima colazione. Come era bello quando ancora non parlavano! Diavoletti petulanti!
La pasta della mamma distrutta è una salvezza per situazioni come questa, dopo aver messo su l’acqua, si schiaffa rapidi in una coppetta, tutti gli ingredienti, una vigorosa omogenizzata con il frullatore ad immersione (aggeggio di cui le mamme non possono fare a meno) e il sugo è pronto!
In dieci minuti si archivia l’argomento cena, saziando i pargoli con un piatto salutare e gustoso.
Spediti a letto a gran velocità, senza dimenticare il lavaggio dei denti, il bacino della buonanotte, ormai alle lacrime per il dolore furente ai piedi, mi sono potuta concedere un caldo pediluvio con bicarbonato nel secchio del Mocio Vileda, prima di svenire sul divano addormentata.