Sapete qual è una delle cose più belle delle mie amiche? Che mi sopportano.
Mi sopportano quando
sono triste, che quando sono triste divento insopportabile, incagabile,
direi. Quando insistono dolcemente, senza essere mai invasive, a chiedermi come
sto e io svio il discorso, Neanche tanto parafrasando, non ne faccio un
mistero, tanto sono loro, mi conoscono, come io conosco loro. So che c’è un
linguaggio acquisito col tempo, so che ci si capisce con poco.
Di solito la scena è questa. Telefonata standard, wapp,
facebook, insomma in qualche modo ci si riallaccia quasi giornalmente.
Alla domanda ”come stai?” ( la domanda base di qualunque relazione affettuosa se non ve lo chiedono, credetemi, semplicemente non gli interessa!)
Fatevene bene una
ragione!
Qui citerei una cosa
che ho letto su fb che mi è piaciuta un sacco nella sua pragmatica semplicità.
Senza le basi
scordatevi le altezze.
Dicevamo, divago come al solito, alla domanda come stai me ne esco con un “ niente sono troppo…(e di solito la
lascio lì, nell’etere, senza dire, cosa , sono troppo)… “Niente tu lo sai come
sono fatta, ora non voglio parlare, tu non ti preoccupare ( perché poi si
agitano e pure loro hanno i loro problemi… )
Non mi potete dire però che mi chiudo e non do degli indizi
eh?
Sto migliorando, questo lo dovete ammettere, riesco quanto
meno a dare degli indizi, validi e non
capibili solo da me. Come dice Fiorella Mannoia…tutte complicate poi!
Non è mica
così, una roba facile.
Perché una si preoccupa un sacco…
Io mi preoccupo mortalmente per loro. Più le dico che non si deve preoccupare, più si preoccupa. La distraggo col mio cinismo, ( tutto vero e sacrosanto), lei non ci casca minimamente e temporeggia. Perché mi conosce, perché mi vuole bene. Insiste.
Io mi preoccupo mortalmente per loro. Più le dico che non si deve preoccupare, più si preoccupa. La distraggo col mio cinismo, ( tutto vero e sacrosanto), lei non ci casca minimamente e temporeggia. Perché mi conosce, perché mi vuole bene. Insiste.
L’altra temporeggia, forse ne soffre pure, ma sta lì, cauta,
diplomatica, che cerca sempre di accontentare tutti. Ma c'è e me lo fa sentire.
E poi un “ mi manchi”
e un altro mi manchi, nella stessa sera. In una sera in cui ne avevo
particolarmente bisogno.
Mi mancate anche voi. Con voi, tutto ha un sapore diverso,
sa di famiglia.
Poi mi
sopportano nel mio essere strana.
Seppur diverse, ci si capisce perfettamente, al volo e io non mi sento
un’aliena paracadutata sulla terra per dispetto… loro capiscono.
Loro.
Poi ci sono quelle che devono fare dispetti per forza, da
anni, che lo fanno apposta, inutile, dare scuse inutili.
Non sono mica deficiente.
Ma che vi pare che non capisco?
Ma sul serio?
Ma che fate? Testate le vostre becere insicurezze, sul grado
della mia sopportazione?
Basta. Fine.
Io sono ormai anziana, di crociate non ne faccio più.
Mi avete clamorosamente rotto il cazzo!
E…la cosa che più mi dispiace, perché sono una scema con
la scocca, è che farò volentieri a meno di voi.
Brutalmente, come sono solita fare.
Perché io di gente insicura, frustrata, in mala fede, che si
finge splendida e invece è una poveraccia…io, non ne posso più.
Oggi ho ricevuto un messaggio che cito testualmente, perché,
cazzo, non voglio gente che mi loda, ma voglio gente con cui sentirmi a mio
agio. E’ stato un regalo, e io di quello persone mi voglio circondare.
Mi hanno scritto “ Non importa se sarai famosa, per me sei
splendida così come sei!”
Io di queste persone mi voglio circondare, non di
persone che da mesi non mi chiedono “come stai?”.
Che si fanno di nebbia quando capiscono che non sto bene, che invidiano i miei momenti d'oro.
Quelli non sono amici. Quelli che quando ti vedono in difficoltà si coprono
dietro bugie becere.
Io probabilmente non sono fatta per questo mondo.
Come in qualsiasi rapporto , che sia d’amore, che sia d’amicizia,
io non sono cretina, la faccio.
Lo faccio perché mi
conviene, perché a volte anche se le persone sono imperfette esattamente come
sono io, mi beo della loro compagnia e in questo ho un’umiltà che alcune persone non hanno, le accetto, semplicemente
per quello che sono. E’ una lotta, io provo a essere sincera, ma niente.
Non ci si riesce.
E poi penso a un
muretto qualsiasi, un dondolo, poi penso a un divano davanti a “Chi l’ha visto?".
Le risate, la complicità, il senso di famiglia.
Ecco, io da ora in poi, sono grande in fondo, ho capito
quello che non capivo quando ero più piccola...
Le persone non ti devono affascinare, ti devono stare comode
come un guanto, che ti ripara dal freddo.
Perché è inutile che ce la meniamo, a quarant’anni, se non
hai persone che ti riscaldano, senti freddo.
E forse pensi di non
aver capito un cazzo, di aver dato una fiducia illimitata a persone che,
francamente, non se la meritano, dirò di più non se la sono mai meritata.
Stasera, come altre sere, mi sono trovata a interrogarmi su
amicizie, amori e tutto, possibilmente inutili.
Sapete cosa vi dico?
Che sono io che sono sbagliata, ma non vi voglio più nella
mia vita, perché siete veleno, perché non
siete capaci. Un rapporto sincero, non
siete capaci. Quindi vi saluto con enorme affetto, ma mi avete rotto i coglioni!
Io a 43 suonati anni, di rapporti di merda, ne faccio volentieri a
meno.
Senza rancore.
Ma
accollatevi quello che avete seminato! Perché io sono stufa marcia!