Ingredienti
400 g di riso
1 lt di latte intero
150 g di farina 00
4-5 cucchiai di zucchero (più quello per
ripassarli)
1 bustina di lievito
scorza di arancia candita
acqua di fiori d'arancio, q.b.
cannella, un pizzico
sale, un pizzico
olio di semi per friggere (girasole o arachidi)
Gli sfincioni di riso profumano di vacanza, di casa
al mare, di una grande cucina in pietra piena di cugini. Sanno di famiglia.
Mia zia Bice ci chiamava subito, dopo pranzo. Una
carovana di bambini, tutti cugini, Tutti in cucina. Per merenda sarebbero stati
pronti gli sfincioni di riso caldi e profumati di Sicilia. C’era allegria
nell’attesa. Prendeva un grosso pentolone che si vociferava, tra bimbi, fosse d’argento,
e versava latte e riso e un pizzico di sale, la cannella grattugiata, e una
spruzzata di acqua di fiori d’arancio, mescolava a fuoco lieve e mescolava e
girava canticchiando, fino a quando accaldata esclamava <<è pronto!>>
Aveva le guance arrossate di vapore e gli occhi che brillavano.
Era il nostro momento. Operosi incidevamo il baccello
di Vaniglia e ne versavamo i semini nell’impasto poi lo zucchero a cascata, le
scorzette d’arancia, Il lievito e la farina, tutti avevamo un compito.
Mescolavamo e i profumi invadevano la cucina e chicchi d’impasto saltavano sul
tavolo per colpa di mani maldestre. Si rideva.
Pulivamo il tavolo, ci bagnavamo le mani in una ciotola e modellavamo le
sfinci” come un corto e ciccione
grissino. L’impasto non era morbido, era faticoso. Vinceva il più bello, eravamo attentissimi, in
cucina solo il rumore di cicale in giardino e l’afa del primo pomeriggio d’agosto.
La zia riposava. L’andavamo a svegliare con baci di zucchero, quando era tutto
pronto. Li, tutti stesi sul tavolo. Il pentolone d’argento era tornato a
brillare grazie alle cugine più grandi. La vistosa padella era stata riempita d’olio
di semi.
La zia si sedeva, beveva un caffè freddo e valutava
il risultato dei nostri sforzi.
Mentre noi
aspettavamo il verdetto agitati.
Il vincitore avrebbe avuto doppia razione e il
diritto di decidere altre tre doppie razioni.
L’elezione del più bello era una festa. Mentre
friggeva ci cacciava fuori a fare il bagno. Veniva fuori con lo stesso piatto
di porcellana a fiori ricolmo di ” sfinci”
passate nello zucchero. Era festa, Sicilia, vacanza. D’estate, vai a vedere perché
in Sicilia si frigge di più.