venerdì 3 luglio 2015

Giornata in piscina (parte quinta)


Giornata in piscina  (parte quinta)

E allora dicevamo…c’era Angelo arrabbiato e la Torinese al telefono.

“Ciao Laura, come stai? Sì sono con Riki in piscina.”

Ma dove sarà finito Riki? Penso io tra me e me, mettendomi le cuffie  un po’ innervosita, perché va bene che Riki si è dato alla macchia più di un’ora e mezzo fa, che ti senti sola e che hai smesso di fumare da due settimane che quell’altro sta come una pazza, bofonchia   e mangia un panino dalla carta argentata che si è confezionato a casa che puzza di cavallo morto, ma è la mia giornata e non voglio che voi me la roviniate con le vostre ciance, io in fondo non vi conosco, siete molesti e secondo me vi avvicinate anche. Non vi avvicinate.

“Non ci credo! Che bello io sarò a Torino giovedì, venerdì e sabato!”


Rettangolo arrotondato: torineseRettangolo arrotondato: ?Rettangolo arrotondato: ioUn tizio appena  arrivato sistema la sdraio vicino al gruppetto.



Rettangolo arrotondato: Angelo

Allego mappa del territorio

Angelo fa il riposino post prandiale, la torinese blatera, blatera, blatera e lo sconosciuto si sdraia. Ho rilevato la sua presenza pensando ma con chilometri, praterie di spazi sconfinati, proprio qui ti dovevi mettere, così vicini, vicini? Astiosa direi, ma ho caldo, ho fame e il terrorismo psicologico che mi fa la torinese ogni volta che mi accendo una sigaretta comincia a darmi sui nervi. La mia pressione da sdraiata rasenta quella di un semi coma. E se mi prendessi una birra? Ma sì una birra ci sta tutta. Voglio essere rilassatissima oggi.

“Sì sì, ci siamo concessi una giornata in piscina, vorrei tornare a casa verso le sei, sì sì Riki è in acqua.”

Bhè sto Riki non deve essere  ‘sto fenomeno di compagnia…penso mettendomi seduta.

Oh Dio cosa, diavolo…

Scivola dalla mia faccia una t-schirt  bianca, bagnaticcia e maleodorante. Mi casca tra le mani, la getto sul prato come un pezzo un pezzo di cadavere, con lo stesso ribrezzo. Il tizio, quello che si è messo vicino vicino, mi ha lanciato a velocità una maglietta sudata in faccia.

 Io con un’espressione “Ho ucciso per molto meno”, sibilo uno “Scusa???” Ha le mani giunte e gli scappa da ridere. Istintivamente localizzo la sua giugulare.

La torinese sta raccontando alla sua amica Laura quello che è appena successo, ridendo. E’ troppo vicina per non sentirla.

Alto, slanciato, con uno slippino che, come dire, sfacciatamente esplicativo delle sue doti naturali, si inginocchia davanti a me.

“Scusami, scusami ti prego, ti sei alzata proprio in quel momento, volevo tirarla in faccia a lui, lo volevo svegliare, ho sbagliato ti ho preso per sbaglio, ti chiedo perdono.” Col mento indica Angelo che russacchia leggermente. Scappa da ridere anche a me.

“Cosa posso fare per farmi perdonare? Ti prego, ti prego, ti prego. Si agita. Ti va qualcosa da bere, una birra?”

Tu ti offriresti di scansare praterie di corpi stesi, guadare la piscina, per raggiungere il tendone sopra il bar che si dice misuri temperature tropicali, fare a occhio, dieci minuti di fila per ripagarmi dello schifo che provo ad avere avuto la tua canotta sudata in faccia?”

Un angelo è!

E lo penso proprio così, alla siciliana, col verbo alla fine.

 “Se proprio insisti?! Si, grazie, una birra va benissimo.” Io molto britisch, lui va al bar.

Guardo la torinese con trionfo e mi accendo una bella sigaretta.

“Me ne offri una?”. Angelo ha finito il riposino. Da un termos azzurro e bianco, anni sessanta, che io devo assolutamente comprare, si versa un caffè. Vuoi un sorso anche tu?

“Certo, ma solo un sorso, una scusa per fumarmi una sigaretta.” sorrido amabile in direzione della torinese.

Speravo avesse nella sua borsetta porta tutto anche un bicchiere di plastica e invece no, mi porge la tazza bianca anni sessanta ,che chiude il termos, da cui lui stava bevendo e me la porge.

Sconforto, panico, sconforto.

 Bere dalla stessa tazza di uno sconosciuto? Ignorare le regole che per anni mi sono sentita ripetere da mia nonna e da mia madre, le stesse che ora insegno ai miei figli? E le malattie…non parliamo di tutte quelle patologie del cavo orale o peggio sistemiche, da me studiate che potrei contrarre in un’occasione come questa?

Avventurosissima e gesuita nel midollo, sorrido e bevo. Forte, tiepido e zuccherato. Ottimo, nonostante l’orrore .

“Scusa ma lei, è con te?” Ad alta voce.  Quel lei aveva un tono così dispregiativo che mi ha fatto voltare di scatto.

“Ecco la birra, e scusa ancora” . mi dice il tizio guardando Angelo.

Stavo per raccontare l’episodio curioso ma comico della maglietta  quando Angelo,

 se ne esce con un “ E’ un’amica tua, anche questa? Le porti da bere?”.  Con un tono un filino isterico.

La torinese ride, ma io ti strozzo gallinella…

Mi sembra di essere in una scena del Vizietto … to be continued …