lunedì 31 ottobre 2016

Halloween contro Giorno dei morti.

Dai su, che mi sono convertita...
Halloween non poi così male, è più pulp del Carnevale innanzitutto.
Mi piacciono i cimiteri, non li vedo come un posto ostile,ci vado volentieri a curare le tombe, a portare i fiori a le persone che non ci sono più, che riposano lì. Regalo fiori a tombe sconosciute, quelle disadorne. Non mi fanno paura. Mi inteneriscono.
Però Halloween mette allegria, si smorza l'atmosfera nostalgica.
L'euforia dell'attesa per i bimbi inizia a settembre. Per loro è un'appuntamento a cui non vedono l'ora di andare.
La loro attesa, mi diverte e mi coinvolge. Questa festa straniera, celtica, mi sta simpatica.
La guardavo con scetticismo, distante. Invece lentamente mi ha conquistato.
C'è il trucco, il parrucco, ci vuole una preparazione.
Le strade di Bologna invase di bimbi che ridono, mascherati, sporchi di dolcetti recuperati nei negozi, da negozianti che fingono terrore. Allegri di zucchero, incantesimi, duelli di scheletri e anatemi di vampiri in piazza. C'è fermento.
Quindi direi parità Halloween 1  Giorno dei morti 1.
Pareggio, pari e patta.
Tanto i ricordi, camminano dietro di noi.


domenica 30 ottobre 2016

I terremoti che si parlano, che si dicono?

Ore 7.41 del mattino.
Ti svegli e trema tutto, istintivamente, rapido lo sguardo va al lampadario.
Dondola, e dondola parecchio.
La situazione è sotto controllo, ma dove è stato, dov'è stato l'epicentro?
Mi ha svegliata, è durato parecchio.
Oh mio Dio! Tranquilla, mi dico. Magari sognavo.
Magari mi sbaglio, controllo la finestra, è chiusa. Nessun colpo di vento.
C'è stato davvero. C'è quell'attimo sospeso in cui può essere successo di tutto.
Il pensiero va a tutti gli amici, i parenti sparsi in Italia. Sgomento.
Chiamo mamma, mi risponde. Ok non è stato a Messina.
Dal 24 Agosto non si sta mai tranquilli.
Lo schermo del computer trema nei social. La paura è scritta, è palpabile.
E' stato lungo, non finiva mai. Chissà che diavolo è successo. Un caffè, prima di tutto.
Norcia, Perugia, prime notizie, magnitudo 7.1, fortissimo.
Cominciano, veloci ad arrivare le notizie. I servizi in tv.
6.5 di Magnitudo, continuano le scosse d'assestamento.
Messaggi, wapp, fb. twitter. Ok, nessuna vittima. Feriti leggeri. Ottimo.
Crolli, dappertutto nelle zone interessate. Il centro Italia teme e trema.
Gli esperti sono terrorizzati, non lo dicono, ma si vede. Di solito sminuiscono, adesso parlano di terremoti che si parlano, probabili scosse di magnitudo alta, superiore a cinque, ipotizzano visioni apocalittiche.
Ieri si è svegliato il vulcano sommerso del tirreno, il Marsili, 5.7 di Magnitudo.
Zone isolate.
Sgomento.
Roma spaventata.
Metro chiuse. Crolla un ascensore. Chiusa una parte della Salaria. Le campagne, i paesini, isolati.
Ok, tra un paio d'ore si saprà di più. Basiliche chiuse.
Ma quello che mi preoccupa veramente e che allertano la popolazione, parlano di altri terremoti.
Ora cari esperti, quando i terremoti si parlano, che cosa si dicono esattamente?
Perchè ho paura.


#ilmiocuoreèconvoi











mercoledì 26 ottobre 2016

#SAVETHEDATE 29 Ottobre






You may say, I'm a dreamer but i'm not the only one...


Scomodo il caro John, per dirvi, rieccomi.
Altro giro, altra corsa. Altra presentazione. 
Che poi mi piace presentare dentro un bar, mi piace di più, c'è un clima più cordiale, le persone sono più a loro agio. 
C'è il ponte lungo, c'è una predisposizione alla vacanza. A fare qualcosa di diverso.
In un posto che conosco poco, mi è piaciuto il nome del bar, ma conosco  Via Castiglione ed è allegra, sempre in movimento, affascinante, è Bologna.
Va bene anche la musica, l'importante è che si accordi al tutto, all'atmosfera, al messaggio che si vuole passi. 
...quindi, vi aspetto!
Penso di iniziare la serata con una piccolo esperimento per farvi entrare subito in clima col libro...
...e non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa...

martedì 4 ottobre 2016

Mammina si arrabbia

Un altro indizio è l’uso del no.
A qualsiasi mia domanda posta su un qualsivoglia argomento di conversazione, la risposta dei pargoli sarà no, così a prescindere, addirittura a discapito, a volte.
Ma NO sarà la risposta, per puntiglio, con atteggiamento di chi non ha altro da dire, così è se vi pare …
E io ho abolito il NO.
D’altra parte, sono libera di abolire un vocabolo nelle conversazioni familiari, no?
Devono argomentare, portare esempi, spiegare il motivo, del no.
Ottima tecnica, dopo un po’ che si chiacchiera sul perché e sul percome, si sono già belli che distratti, confusi, incartati, per stanchezza, fanno la cosa giusta.

Chat, telefonini, Nintendo, computer. Una nuova generazione davvero.
Non so se guardarli con orrore o con ammirazione.
Probabilmente con tutti e due. Parlano una lingua virtuale, con nomi virtuali, descrizioni virtuali, strategie, bauli d’oro da aprire, Pokemon da seguire che io non comprendo, e soprattutto me la vogliono pure assolutamente fare capire... Ma devo proprio?
Con ore di discussioni, esempi, foto, racconti.
Ma d’altra parte…è la loro generazione, noi genitori abbiamo avuto la nostra. La loro è diversa, dalla nostra.
Noi con la tecnologia ci siamo arrabattati, ce la siamo trovata nel mezzo, loro ci sono nati.
O li prendo e li porto in una piccola isola deserta priva di wifi,in una capanna,  che a dirla così quasi quasi…,-9 
O li lascio apprendere il loro tempo.

(Sono dubbiosa sull'effetto di questo bombardamento a lungo termine…molto dubbiosa…)


Lo sguardo di sfida. Ma parliamone, dello sguardo che hanno tirato fuori dal cappello.
Ti guardano con il sottotitolo represso “Mamma ma proprio tu non capisci un cavolo”, che a me mi scappa sempre da ridere quando mi guardano così, e loro proprio vedo lo sforzo che fanno per non dirlo.Che tenerezza.
 Ma faccio la seria e sostengo lo sguardo per ore, come nei film di Sergio Leone prima di sfoderare le pistole. Ore di sguardi sfiancanti pieni di insulti muti e borbottii da parte loro, piena dei miei che penso ai fatti miei. Li abituo a detestarmi durante l’adolescenza.

Poi hanno 'sta cosa che girano nudi per casa. Che vai a capire che gli è preso. E’ una fase.
(E’ una fase, è la frase che ogni mamma si dice quando il figlio da di matto)
Ma quando finisce? No così, per dire…
Giusto non vergognarsi del proprio corpo, avere consapevolezza, non avere pudore eccetera, eccetera, eccetera, ma le chiappette al vento è un conto, le chiappette sulla sedia è un altro.
Mammina si arrabbia.

E siamo ancora solo all’inizio…

sabato 1 ottobre 2016

Preadolescenza...

La preadolescenza,  ho due maschi come sapete, aiuta i genitori a non impazzire durante l’adolescenza.
Li prepara.
Già, proprio perché voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, essere zen e non procurargli danni irreversibile che pagherebbero con tediose visite dallo psicanalista.
Ci si abitua piano piano, così da esser non completamente impreparati quando i tuoi figli si trasformeranno in degli alieni testosteronici, di norma brufolosi e azzarderei anche parecchio sporchi, che ti saluteranno uscendo di casa a testa bassa, con lo sguardo perso dentro un cellulare,  gli auricolari, trascinandosi dondolando.
 (Non ho mai capito perché gli adolescenti dondolano quando deambulano). Mah?
Comincio ad avvertire le avvisaglie, come dire? “Eppur si muove” mi verrebbe.
Un cambiamento, lento ma progressivo dell’odore dei piedini, per esempio.
Da dolci pagnottelle profumate a sberle in continua crescita  dal discreto odore di Fonzie, che appestano letteralmente gli ambienti. Nonostante le docce, il continuo lavaggio di calzini radioattivi, le solette profumate, lo spray e gli sciacqui prima di dormire, niente continuano a profumare di formaggio allo zolfo.
Volendoci… trovare…un lato positivo è uno dei pochi momenti in cui non litigano, sui calzini sono coalizzati, fanno squadra. Ridono da matti, loro.
Siamo attualmente allo stadio di “Minaccia mamma di fargli odorare i calzini!” quando vogliono ottenere qualcosa, oppure colpiti da stupidite acuta mi fanno perfidi scherzetti mettendomeli sotto il naso a sorpresa. Che dolci, due zuccherini.
A proposito di zucchero, anche lì si intravede un cambiamento.
 Da piccoli uccellini bisognosi di poco, a camionisti tornati da un lungo viaggio senza sosta.
Senza fondo, praticamente.
Circola voce tra le mamme di terza media, che la situazione vada purtroppo,  solo a peggiorare.
Ci sono racconti su l'appetito dei pargoli del liceo, da far accapponare la pelle. Aneddoti che si tramandano per prepararci.
Cominciano le richieste, continue. Che siano soldi, telefoni, aiuto nei compiti, gite, pigiama party, furetti,  è indifferente.
 Sono in un momento di richiesta continua. Hanno una lista di cose da chiedermi che ho dilazionato già nel prossimo anno e che eludo con dei “ci ragioniamo su un po’’ che li tiene buoni per una ventina di giorni.
Ogni giorno sbalzo una richiesta di una ventina di giorni, quando ritorna la rimbalzo di altri venti, insomma funziona un po’ così. Ogni tanto li accontento e poi ricomincio con gli sbalzi. Prevedo di dover comprare un furetto nel 2020.
Sono socievolissimi, almeno i miei. Feste, inviti, incontri, partite. E quando mi azzardo a dire che forse oggi si potrebbe evitare, mi rispondono che hanno preso dalla mamma e che anche la mamma ama chiacchierare. Quindi; gioco, partita, incontro. Zitta e accompagno. Sempre per il problema poi delle sedute dallo psicologo ecc, ecc, ecc.
To be continued…

perché uno dei due sta fuori per il w.e. e io vi dirò rido come una matta e vedo una luce in fondo al tunnel.