giovedì 26 settembre 2013

A te...sì...sì... proprio a te...



Caro amore invernale, vorrei che sapessi questo prima di conoscermi:


Amo riempire la lavapiatti ma odio svuotarla, uguale con la lavatrice, piuttosto che tirar fuori tutto, risciacquo fino a tre volte la roba pulita, fregandomene dello spreco d’energia.

Colleziono spazzolini nuovi e dentifrici, credo sia una deformazione professionale.

Stilo liste per qualsiasi motivo, spesa, cose da fare, menù settimanali, motivi per cui ti amo, motivi per cui ti odio, regali di natale. Le dissemino disordinatamente per casa e dopo averle scritte non le riguardo mai più.

Mi lavo i piedi nel lavandino, uno alla volta, come un fenicottero, rischiando fratture multiple.

Quando sono sola a casa accendo la tv, per sentirmi più in compagnia.

Appena entrata  mi tolgo le scarpe e le dissemino  in giro come Hansel e Gretel fanno con le molliche di pane. Ci inciampo sopra, regolarmente.

Prima di uscire, controllo sempre se ho le chiavi e spengo tutte le luci tranne una, così i ladri pensano che io sia a casa.

Non abbasso mai le serrande, il buio mi incupisce e mi rende claustrofobica.

Se qualcuno mi sposta qualcosa nel frigorifero, vado giù di testa, mi viene una crisi isterica.

Non riesco mai a fare un buco decente per appendere i quadri, creo voragini con chiodi e martello.

Mi piace fare colazione da sola, io il caffè della mattina lo voglio sorseggiare in silenzio.

Parlo da sola, a voce alta, mi faccio anche le battute e rido forte.

Quando ho voglia di coccole mi metto sempre la stessa felpa da dieci anni. Prima ne avevo un’altra ma mia madre l’ha fatta sparire.
Dormo male, soffro d'insonnia, non metto il pigiama perchè di notte devo scalciare in libertà. Parlo nel sonno e mi sento ridere.

A volte ho bisogno di spazio, mi viene il raptus del ripulisti e porto mezza casa in cantina. Poi riprendo a poco a poco quello che mi serve e mi faccio venire la sciatica da sollevamento pesi. 
Leggo moltissimo, pure troppo.

Mi affaccio spesso alla finestra, spio i vicini e ne ascolto le conversazioni. Non ho ancora comprato un binocolo, ma lo farò.

Quando sono depressa cucino sempre una pasta con una crema di tonno sott’olio, sedano e capperi frullati e gli aggiungo succo di limone, peperoncino e salsa Worcester.

Ho un problema con i tappi e tutto ciò che si deve chiudere, lascio tutto che sembra chiuso ma non lo è.

Odio la polvere, ma riesco a collezionarla in maniera esemplare.

Ho due accappatoi sempre puliti e sotto la doccia canto Satisfaction storpiando tutte le parole.

Il mio colore preferito è l’azzurro malva e i miei fiori preferiti i tulipani.

Mi si scollegano i neuroni davanti alle istruzioni dei giochi degli ovetti Kinder, i miei figli in quel caso e solo in quel caso, mi danno della deficiente.

Il mio piatto preferito è cotoletta e puré, ma il purè deve essere bello sodo.

Adoro quasi tutte le serie televisive, primi tra tutti Friends e Sex and the city.

Odio i capelli nel lavandino.

Non trovo mai i telefoni di casa, mi chiamo per cercarli e se non li trovo tutti e due, mando un messaggio fb ad una mia amica e la prego di chiamarmi.

Amo cucinare per chi amo.

Nasco sotto il segno del Toro, ascendente leone.

La mattina sento l’oroscopo di Paolo Fox e ogni giorno mi dico che è un genio.

Volevo solo raccontarti un po’ di cose che non sai di me, così che il quadro sia completo.


mercoledì 25 settembre 2013

A.A. A. Cercasi fidanzato per l’inverno



Le giornate si accorciano, il caldo durerà al massimo ancora una settimana  e io ho bisogno di un fidanzato per la stagione invernale 2013/2014. Ne ho bisogno come un paio di stivali nuovi col tacco. Non è indispensabile, ma gradito.

Voglio un fidanzato che duri come un anno scolastico.

Ci si adora fino a  maggio, poi passi lunghi e ben distesi, io mi faccio un’estate facendomi gli stra beati cavoli miei e poi forse, e ripeto forse, ci si rivede affettuosamente in autunno dandosi delle affettuose pacche sulla spalla e giurandosi amicizia eterna.

Patti chiari amicizia lunga.

Nessun impegno a lunga scadenza, nessun phatos sentimentale, nessun torbido illanguidirsi dell’anima, nessuna sofferenza, niente di tutto ciò, solo un sano godimento vicendevole.

Sono metodica, divertente,  squilibrata e umorale.

Prevedo furibonde scenate di gelosia immotivata, una grande passione e una dolcezza infinita. Gli darò l’anima per nove indimenticabili mesi e poi sparirò nel nulla da dove sono arrivata. Semplice, chiara, pulita.

Astenersi perditempo.

Perché di tempo ne ho già perso abbastanza.

Un tantinello permalosa e rigida, questo sì, lo devo dire, vendicativa e con la memoria di un elefante.

Una relazione sessual-sentimentale a scadenza soddisferebbe a pieno le mie aspettative.

Uomini con poche palle, indecisi cronici, stitici sentimentali, bugiardi e indecisi, pregasi trovare una fidanzata deficiente, molto meno impegnativa di me, molto più comoda di me, sicuramente, e lo dico perché ho un ego spaventosamente espanso, molto peggio di me. Ma cavoli loro…

Io voglio un uomo, uno che mi avvolge, che mi vizia, che non abbia un armadio troppo colmo di scheletri.

Possibilmente separato e con figli, così che non lo debba annoiare con i miei sbattimenti quotidiani, ma che semplicemente li capisca e li condivida, ma soprattutto un UOMO, uno che non debba dare una sbirciatina dentro i boxer per ricordarsi di esserlo.

L’inverno è lungo, c’è la neve, fa freddo.

Cosa c’è di meglio che accoccolarsi dentro un cinema, su un divano davanti la tv a guardare un film dell’orrore. Preparare, con tanto amore a termine, una deliziosa cenetta, candele, vino bianco, per  concludere con dell’ottimo sesso, giocoso e soddisfacente e che, per carità, duri più di cinque minuti.

In fondo, mi sembra una proposta invernale, accettabile, direi anche molto piacevole.

Bello, sì dovrebbe essere bello, ma non bello in senso canonico del termine, mi deve solo far venir la voglia di scappare a casa e spogliarlo. Niente di più. Dovrebbe avere degli interessi, se no, mi annoio.

Ma soprattutto, mi deve far ridere, ma non ridere che fai un sorrisino ogni tanto giusto per accontentarlo, devo proprio ridere con le lacrime!

Una certa profondità d’animo sarebbe gradita, un filosofeggiare discreto, niente di troppo barboso che  unito a un discreto grado culturale, ne farebbe un buon conversatore.

Vorrei uno furbo, uno che mi facesse credere di essere speciale.

Accogliente, paziente e che sappia cucinare. Non c’è niente di più sexy di un uomo bravo ai fornelli.

Se esistiti, palesati al più presto, che l’inverno è alle porte, bussa discretamente, la mia porta per te, fino a Maggio, è aperta!

P.S. Scusa caro amore invernale, non è che per caso hai cinque bei fratelli che ti assomigliano? Ho giusto alcune amiche da piazzare. Organizziamo cena di gruppo e cuciniamo insieme, giuro!










domenica 22 settembre 2013

Facciamo un punto della situazione





Buongiorno.

Qui a Bologna fa ancora caldo, le prime foglie iniziano a cadere e  i mie piccoli hanno iniziato la scuola. Ritornano i ritmi scanditi dagli impegni, dal prendere e portare. E’ tempo di bilanci, l’autunno. Di bilanci e di crostate.

Paola dell’anno scorso è molto diversa dalla Paola di quest’anno.

Innanzitutto sono più magra e più tonica dell’anno scorso, che lo so suona superficiale, ma fa bene all’umore e fa gonfiare il mio ego. 
Per provvedere a rovinare la mia linea perfetta( sì lo so esagero, ma ho bisogno di rafforzare il mio io) ho imparato a preparare delle fragranti crostate alla frutta.

Sto finendo di scrivere il mio romanzo, quello, quello lì, con cui diventerò famosa, quello che mi farà firmare  autografi non solo sui bollettini postali e che mi consentirà finalmente e con orgoglio di comprare una tazza da caffè con su scritto “ sono una scrittrice”.
Ognuno ha le sue priorità.

Potrò presto girare tra gli scaffali di una libreria qualsiasi e dire a miei figli con finta (i bambini non sono maliziosi) modestia: “tesoro vedi quello? L’ha scritto mamma” e ora che sanno leggere mi diranno “mami c’è scritto il tuo nome!” con quell’espressione meravigliata che hanno i bambini quando scoprono che nella vita della loro dolce mammina esiste qualcos’altro oltre loro.

A un anno dalla separazione, ho raggiunto insieme a Marcello un patto di non belligeranza invidiabile, tutto il rancore si è depositato al fondo, a galla è rimasto un profondo affetto e una stima reciproca che ci impedisce di continuare a farci del male. Tanti sforzi, infinita pazienza ma grande risultato.

I miei pupetti diventano ogni giorno più uomini, comincio a intravedere i risultati di un’educazione basata sulla libertà e priva dai sensi di colpa. Se Lucilla, mia madre, dovesse leggere questo post, sarebbe incredibilmente d’accordo con me.

Ho una casa tutta mia, tanti amici, una vita sociale sempre più piena.

E fino qui vado alla grande, ma…

C’è sempre un ma!

I pidocchi, inquilini ripugnanti delle teste dei bambini in età scolare, non mi hanno dato tregua neanche d’estate, io detesto quelle piccole bestioline invadenti e difficili da debellare.

Lucilla continua ad ossessionarmi di telefonate per parlar male delle mie sorelle e continua ad avere lo stesso effetto venefico sulla mia psiche. Ci sono cose che nella vita non cambiano mai.

Il mio avvocato, quel simpatico, cinico sciupafemmine mi ha deluso come solo i simpatici cinici sciupafemmine sanno fare, e qui mi chiudo in un riservatissimo no comment … almeno per oggi.

La mia vita sentimentale è un disastro cosmico, quella sessuale  un vago ricordo che affogo in un mare di nutella…almeno per ora, ma prevedo miglioramenti…

Giada, la mia sorellina, croce e delizia della mia famiglia, ora madre dell’ennesima femminuccia dagli occhi chiari, Martina, è sempre più fuori di testa, il che di per  sé non sarebbe una novità, ma amplifica il numero di telefonate di sfogo di nostra madre…no buono!

Silvana, la mia dolce sorella rimane il punto fermo della mia incasinatissima vita. E’ di nuovo incinta di un’altra meravigliosa creatura di sesso femminile.

Facendo un bilancio quindi sto peggio di Madonna e meglio di Berlusconi, non mi posso lamentare!
Prevedo miglioramenti...

mercoledì 18 settembre 2013

Un puro atto d'amore



Sapete cosa? Sono stufa!Oggi mi sono svegliata rivoluzionaria. Non sono impazzita, giuro.
Non mi piace il mondo in cui vivo, non ci sto dentro.
Si può rinunciare a qualcuno, a qualcosa, perchè sai che è giusto così?
Costa, c'è un prezzo da pagare e sono sicura che mai nessuno mi verrà a dire grazie.
Un puro atto d’amore.
Non lo fa più nessuno. Fare una cosa, dirla, prendere una decisione a tuo discapito ma a favore di una persona che ami è diventato desueto. L’egoismo, il possesso e diciamolo anche la superficialità con cui si ama, con cui ci si rapporta all’altro, ci guidano come cattivi consiglieri.
L’arroganza con cui si gestiscono i rapporti personali, la bulimia emotiva, economica, la corsa sfrenata alla propria soddisfazione personale, ci fa diventare simili a dei carnefici assetati di sangue.
Prendere, succhiare assetati la linfa altrui è diventato normale.
Si vedono mamme che castrano la vita dei figli, con il troppo affetto per soddisfare  un irrisolto bisogno di attenzioni, mariti che distruggono la vita delle compagne perché incapaci di tollerare la fine di una storia, datori di lavoro che sfruttano miserevolmente il lavoro di chi ha bisogno, politicanti avidi che sporcano il concetto di “polis”, sette più o meno religiose, che in nome di un Dio pacifista fanno la guerra.
Sono solo esempi.
Non è un bel mondo.
Rapacemente si prende o si pretende ciò di cui si ha bisogno.
Questo è il mondo che serviamo su un piatto di latta ai nostri figli.
Non si è più liberi di essere buoni perché troppo impegnati a essere schiavi dei nostri bisogni.
Uomini illustri come Gesù, Gandhi, Martin Luther King, John Lennon, hanno vissuto, hanno pagato e sono morti liberi, erano dei rivoluzionari.
Perché non svegliare la parte rivoluzionaria che c’è in noi?
Nel nostro piccolo potremmo rinunciare ad una quota di egoismo a favore di qualcun altro, sarebbe facile.
Sarebbe un puro atto d’amore.
Non sarebbe un mondo migliore?
Praticare l’altruismo, non fa male alla salute, non inquina, non danneggia chi ti sta accanto, fare fluire amore non scatena guerre, non ingrassa, non ci impoverisce.
E’ impegnativo, ci coinvolge emotivamente, a volte stancante, si può rinunciare a soddisfazioni momentanee, si può allontanare chi ti sta accanto, si può essere fraintesi.
Si dice non sia un mondo facile per gli idealisti, lo dicono i cinici che muoiono schiavi.



mercoledì 11 settembre 2013

Sindrome da rientro -parte seconda



Il viaggio in treno fino alla meta nordica è in religioso silenzio, si dorme, perché un sonno atavico, risultato dalle nottate sveglia a guardare l’alba ti culla e cadi nell’oblio. Come una moderna Rossella O'hara pensi prima di sprofondare in un sonno liberatorio un comodo “ci penserò domani”.
E’ domani, e si continua a non avere voglia di pensare o di parlare.
Arrivo a Bologna. Per dirne una, ci sono almeno dieci gradi in meno, non sei felice ma te lo aspettavi.
La cassetta della posta ti aspetta gravida al nono mese  di bollette da pagare, tu le ignori e apri la porta di casa.
Entrare ti rallegra, per dieci lunghissimi minuti, ti riappropri della tua cuccia, trovi conforto in quell’ambiente così familiare, trovi confortevole il loculo metropolitano dove vivi quando non sei a casa.
Le valige, che colpita da pigrizia momentanea, vorresti lasciare sul pavimento  a fare la muffa fino a natale profumano di capperi e del vasetto di melenzane che ovviamente si è frantumato rovinando per sempre il tuo vestito preferito. Già ti gira male.
Per esorcizzare un silenzio a cui non sei più abituata  ti fai un caffè decaffeinato, vietandoti di pensare alla granita con panna e brioches calda, compagna di colazioni al mare e io, che ripeto sono afflitta  da un bisogno compulsivo di stilare liste, ne scrivo a penna una lunga un chilometro su tutte le cose che devo fare per rimettere in piedi degnamente la mia vita da emigrante.
Presa da una smania organizzativa tipica dei popoli nordici cerchi di non frantumarti per le scale per portare in cantina tutto quello che trovi superfluo in casa, perché  un’improvvisa claustrofobia ti rende intollerabile il poco spazio del tuo loculo.
Pulisci il frigo, in previsione di una spesa da minimo 150,00 eurini, spesa consolatoria, perché il frigo vuoto, si sa fa deprimere.
Rimandi alla sera la lettura della posta, grave errore che si perpetua negli anni.
Come quando ti lasci con il tuo grande amore, non rispondi alle mille telefonate di parenti che vogliono sapere come stai, fa troppo male.
Perseveri e trottoli per tutto il giorno per organizzare, pulire, prendere appuntamenti, rivedere i nordici amici per un riallaccio salutare.
Riprendere le vecchie abitudini è fondamentale per non crollare, in termini scientifici, si chiama rimozione.
Noi emigranti siamo bravissimi nella rimozione, i ricordi dell’estate passata verranno fuori solo quando saremo pronti, psicologicamente pronti.
La sera, stravolta dalla fatica, con una casa che è uno specchio, dopo aver organizzato pulito e preso appuntamenti decidi (stolta) di aprire il chilo e mezzo di lettere. Sul divano, in compagnia di un bel bicchiere di vino, le apri.
Dopo un’ora sei in lacrime e pronta al suicidio. Ti hanno disattivato Sky, e vi dico che Sky cinema al nord è il tuo migliore amico, tagliato il gas, e hai dimenticato di pagare l’ultima rata dell’acqua e della spazzatura.
L’umore è simile a quello di una sindrome pre-mestruale, tra il lacrimevole e l’isterico per intenderci, attanagliata da una malinconia incolmabile svieni sul divano, ricordando tua  sorella, i sorrisi dei tuoi nipoti, la tua mamma e i bellissimi giorni passati. Forse a quel punto una lacrimuccia bagna la lettera di Sky.
Sono tornata.