giovedì 30 maggio 2013

Grazie Edipo



Mio figlio di sette anni  si è innamorato, l’altro di cinque è fidanzato da un anno. Le dolci fanciulle sono bionde e con gli occhi verdi, grazie Edipo!
I maschi innamorati, sono più attenti e cambiano: si lavano.
Claudio il maggiore, mi ha svegliato alle sei e trentacinque di stamattina implorandomi di fare una doccia.
Pensavo di sognare, quando mi ha chiesto di decidere insieme cosa avrebbe indossato per la festa di fine anno della scuola. Abbandonata l’onnipresente tuta da ginnastica, ha optato per una tenuta casual-chic, si è pettinato e ha rubato due euro dalla mia borsa. 
Sorpreso in flagranza di reato, rosso in viso e vestito come il piccolo principe alle sette e trentacinque, si è giustificato dicendo che avrebbe voluto comprare un fiore per la sua innamorata. Ah…l’amore…ho elargito l’obolo senza discutere, commossa da tanto ardore.
Il piccolo Alessandro invece, davanti allo specchio provava nuove pettinature col gel.
Tutto questo giovanile testosterone non lo reggo, sono la più sfigata della famiglia in amore!!
Sfigata, poi non si può dire...stasera ho un appuntamento!


martedì 14 maggio 2013

Aiuto...



Ma cosa hai fatto? Cosa mi hai fatto? Perché?

Aiutami, non andare via, non mi lasciare qua da sola, ti prego. Non puoi farlo!

Torna qui, aiutami.

Sono sdraiata in una posa scomoda, innaturale, quasi a faccia in giù, riesco ancora a sentire l’odore della terra bagnata, dell’erba. E’ buio, sento tanto freddo.

Mi ha lasciato qua, così, a terra.  Ho sentito dei passi che andavano via ma so che da qualche parte sei nascosto a guardarmi. Non mi lasceresti qua da sola, non saresti tranquillo, aspetterai fino alla fine. Vigliacco.

Vorrei urlare, gridare che non voglio morire, non così, non per mano tua, ma non posso, non riesco a muovermi.

Mi hai umiliata. Mi hai strappato il maglione, la faccia è gonfia di pugni.

Piove.

Non riesco ad aprire gli occhi, mi fa male tutto.

Stavolta l’hai combinata grossa, hai esagerato, nella tua furia non ti sei reso conto che ero a terra quando mi prendevi a calci. Avevi occhi liquidi di una rabbia di cui non ho e non ho mai avuto colpa. Sei un pazzo.

Perché? Mi chiedo ancora perché tanto odio verso di me che sono quella che ti sopporta da anni, quella che ti ha regalato una figlia, che ti stirava le camicie, che ti amato tanto da sposarti. Porco.

Un porco lo sei sempre stato, un infedele, un traditore.

Eri bello quando ti ho incontrato, nei tuoi occhi stasera ho visto il mostro che sei diventato, l’ho visto rifesso nel coltello che mi hai piantato in pancia. L’ultima immagine era il tuo volto stravolto dalla follia per quello che stavi facendo. Sorridevi. Ti odio.

La mia vita non è roba tua, non avevi nessun diritto di togliermela, di privarmi di mia figlia, dei miei sogni, del mio sorriso. Sei un mostro, una bestia.

Perché?

Mi hai urlato che me lo sono meritato, che era colpa mia, che dovevo morire. Sei malato, un animale.

Il mio silenzio è stata la mia condanna a morte, avrei dovuto reagire, andarmene, ma sapevo che mi saresti venuto a cercare, che mi avresti trovato, che nessuno mi avrebbe protetto.

Avrei dovuto parlare con mia madre, con un amica, con la polizia.

 Sono stanca, ho freddo, il dolore è insopportabile.

 Avevi progettato tutto, l’avrei dovuto prevedere. Bugiardo, falso.

Ti ho scoperto, so che mi tradisci, che dopo anni di umiliazioni continue, ti sei preso la libertà che mi neghi, sei innamorato di un’altra.

Ho fatto l’errore di dirtelo, di dirti che era finita, che me ne sarei andata, che mi facevi schifo.

Avrei dovuto prevedere la tua reazione. Ma come avrei potuto?

Ho paura, tanta paura. Aiuto.

Aiutatemi, vi prego aiutatemi, non voglio morire.  Voglio tornare a casa, prendere mia figlia e scappare lontano. Eri tu quello che doveva morire.

Non sento più dolore, non sento più freddo, più niente, che sollievo.

La mia bambina…


Per Melania e tutte le altre donne e mamme uccise dai loro compagni.