Ma cosa hai fatto? Cosa mi hai fatto? Perché?
Aiutami, non andare via, non mi lasciare qua da sola, ti
prego. Non puoi farlo!
Torna qui, aiutami.
Sono sdraiata in una posa scomoda, innaturale, quasi a
faccia in giù, riesco ancora a sentire l’odore della terra bagnata, dell’erba.
E’ buio, sento tanto freddo.
Mi ha lasciato qua, così, a terra. Ho sentito dei passi che andavano via ma so
che da qualche parte sei nascosto a guardarmi. Non mi lasceresti qua da sola, non
saresti tranquillo, aspetterai fino alla fine. Vigliacco.
Vorrei urlare, gridare che non voglio morire, non così, non
per mano tua, ma non posso, non riesco a muovermi.
Mi hai umiliata. Mi hai strappato il maglione, la faccia è
gonfia di pugni.
Piove.
Non riesco ad aprire gli occhi, mi fa male tutto.
Stavolta l’hai combinata grossa, hai esagerato, nella tua furia
non ti sei reso conto che ero a terra quando mi prendevi a calci. Avevi occhi
liquidi di una rabbia di cui non ho e non ho mai avuto colpa. Sei un pazzo.
Perché? Mi chiedo ancora perché tanto odio verso di me che
sono quella che ti sopporta da anni, quella che ti ha regalato una figlia, che
ti stirava le camicie, che ti amato tanto da sposarti. Porco.
Un porco lo sei sempre stato, un infedele, un traditore.
Eri bello quando ti ho incontrato, nei tuoi occhi stasera ho
visto il mostro che sei diventato, l’ho visto rifesso nel coltello che mi hai
piantato in pancia. L’ultima immagine era il tuo volto stravolto dalla follia per quello che stavi facendo. Sorridevi. Ti odio.
La mia vita non è roba tua, non avevi nessun diritto di
togliermela, di privarmi di mia figlia, dei miei sogni, del mio sorriso. Sei un
mostro, una bestia.
Perché?
Mi hai urlato che me lo sono meritato, che era colpa mia,
che dovevo morire. Sei malato, un animale.
Il mio silenzio è stata la mia condanna a morte, avrei
dovuto reagire, andarmene, ma sapevo che mi saresti venuto a cercare, che mi
avresti trovato, che nessuno mi avrebbe protetto.
Avrei dovuto parlare con mia madre, con un amica, con la
polizia.
Sono stanca, ho
freddo, il dolore è insopportabile.
Avevi progettato
tutto, l’avrei dovuto prevedere. Bugiardo, falso.
Ti ho scoperto, so che mi tradisci, che dopo anni di
umiliazioni continue, ti sei preso la libertà che mi neghi, sei innamorato di
un’altra.
Ho fatto l’errore di dirtelo, di dirti che era finita, che
me ne sarei andata, che mi facevi schifo.
Avrei dovuto prevedere la tua reazione. Ma come avrei
potuto?
Ho paura, tanta paura. Aiuto.
Aiutatemi, vi prego aiutatemi, non voglio morire. Voglio tornare a casa, prendere mia figlia
e scappare lontano. Eri tu quello che doveva morire.
Non sento più dolore, non sento più freddo, più niente, che
sollievo.
La mia bambina…
Per Melania e tutte le altre donne e mamme uccise dai loro compagni.