martedì 29 novembre 2016

Wishlist 2017



Si parla di frivolezze, oggi.


Dato che mi sono svegliata con lo stesso umore di Pollon, ve la ricordate Pollon?


La piccola dea che stava nell’Olimpo, con Eros sempre accanto che svolazzava, quella lì.


Ho deciso di compilare una Wishlist, che va di moda, pare che tanta gente di nascosto compili questo genere di liste, io ho pensato tentar non nuoce e quindi mi porto avanti con il lavoro, così mi si chiariscono gli obbiettivi.


Diciamo che inizia così.


Vorrei che nel 2017 si smettesse di parlare di Referendum sulla Costituzione, vada come vada, che non se ne può più, non si può più dire un  no o un sì, senza che scatti una tribuna politica e mica sarà finita il quattro dicembre,  dopo lo spoglio ci saranno i brogli da discutere, le polemiche, le interviste a cascata. Un altro mese di porta a porta sull’argomento e Travaglio e Renzi e Berlusconi che è di nuovo in ogni dove, basta. Il primo gennaio la si fa finita, stop.


 


 Nel 2017 vorrei per una qualsiasi, anche fortuita e magari fortunata ragione, non mi interessa come ma mi interessa che succeda, perché con i desideri bisogna essere precisi se no poi non si avverano se si è poco chiari, dicevo... vorrei fare un bagno sotto una cascata tiepida, quasi calda.


Vai a vedere perché, ma ho ‘sto desiderio qui. Una cascata vera, con l’acqua che scende giù, lo scroscio e tutta l’appropriata location naturalistica.


 



     Data la mia costanza nel non avere uno straccio di fidanzato quando devo traslocare, al prossimo trasloco vorrei avere un fidanzato simpatico, disponibile, magari esperto di bricolage e feng shui. Quelli bravi a interpretare le istruzioni Ikea, per intenderci, quello per cui viti, trapani e ripiani, siano  un simpatico hobby da condividere. Quello per cui una simpatica pizza e birra tra i cartoni al lume di candela sia divertente. Uno sereno…
 
Ehmm…a proposito di fidanzati…non è che devo aspettare per forza il prossimo trasloco…

 




Vorrei tanto, ma tanto, avere una botta di culo colossale, una qualsiasi…una che dopo che l’hai capita dici “…Che botta di culo!” con la faccia stupita allo specchio del bagno.

Quella che anche gli altri ti dicono “Che botta di culo!”, ammirati. Quell’ammirazione senza invidia che è data solo quando la botta di culo è enorme!


To be continued…

venerdì 25 novembre 2016

#Uominifatevisentire


 25 Novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Uomini, fate che questa giornata abbia un senso.

Insieme all’8 Maggio, due occasioni all’anno. Due su trecentosessantacinque.

Una ben magra consolazione che si annulla leggendo le cronache giornaliere  di donne che perdono la vita per colpa di un uomo.

Raramente le donne si uccidono tra loro, avete notato?

Poche, pochissime serial killer donne sulla scena di cronaca nera. Le poche, famose e documentate, perlopiù spinte da motivi economici più che da pulsione omicida.

L’inizio di una squallida storia racconta che, passatemi il termine, questa “persecuzione lenta e silenziosa” si perde troppo lontano.

Una storia di violenza. Dalle più piccole come le maldicenze, alle più detestabili come l’omicidio, racconta di uomini deboli, spaventati, sessualmente involuti, spesso di una ignoranza abissale o al contrario, dotati, spietati, bestie.

Ma lo si tollera e lo si giustifica da sempre.

In politica, sui posti di lavoro, in casa, in famiglia, a letto. Violenza verbale, psicologica, fisica.

Uno “state of mind”, così diffuso da non risultare lampante, ad esclusione della cronaca nera.

La colpa di chi è? Ci ho ragionato, ma il discorso è troppo lungo e periglioso.

Lo stato aspetta, tutela, non scrive leggi chiare e definite, aspetta purtroppo che arrivi un cadavere di donna per addolorarsi. Ma lo stato su quest’argomento soffre spesso di amnesie.

Il maschilismo, insegnato, sentito e visto genera la violenza sulle donne.

Insegnato da padri, con complicità silenziosa di madri, spesso, dalla cultura, dalle fedi stravolte a uso e consumo.

Lo trovo ributtante.

Scorrendo fb vedo solo foto di donne nel logo di Action Aid.

Dove sono le foto degli uomini, perché sono loro che dovrebbero mettere la foto.

 Il messaggio dovrebbe partire dagli uomini oggi, non dalle donne. Non ne troverete una che non rabbrividisce leggendo, sentendo la cronaca degli ultimi anni, non ne troverete una che non ha subito una sopraffazione di qualsiasi origine da parte di un uomo.

Ma non basta una foto su un social, domani si ricomincia. Ma si può iniziare, sui social e nella vita di ogni giorno.

Di bastardi  ne girano parecchi.

Di uomini che amano umiliare le donne domani ne saranno piene ancora le strade.

Quindi uomini fatevi sentire, se pensate che non sia giusto.
Per tutte le mamme di figli maschi....
Direi cerchiamo di crescere figli che sappiano abbracciare invece che punire. Date l'esempio del rispetto dovuto ad una donna.
https://divagazioniliberedipaola.blogspot.it/search?updated-min=2013-01-01T00:00:00-08:00&updated-max=2013-05-30T01:43:00-07:00&max-results=22&start=10&by-date=false

domenica 13 novembre 2016

Samuele Bersani, la super luna e domenica pomeriggio a Bologna.


Ho fatto una passeggiata in centro. Al telefono una proposta di lavoro. 
 C’era il mercatino d’antiquariato in Santo Stefano. Passeggiare tra le bancarelle, specchiarsi tra gli specchi dorati, assaporare epoche andate, riconoscere borse di nonna, orecchini di una moda passata. Si respirava contrariamente a un Novembre che iniziava ad essere gelido, un Dicembre pieno di promesse.
In via Rizzoli, un po’ dopo il Bar di Vasco, ho notato Samuele Bersani a passeggio. L’ho capito dopo un paio di passi, solo dopo averlo guardato da donna. Lo incontravo spesso a quell'angolo, quello tra l’edicola e il venditore di caldarroste. Era uno uomo di quelli, uno zuccherino. 
Nascosto dagli occhiali, rettangolari e neri. Uguali a quelli che avevo perso chissà dove. Lui che ha scritto Giudizi Universali.
Quante volte l’avevo ascoltata quella canzone, è ne avevo apprezzato il genio. Quello di descrivere il passaggio che c’è tra l’innamoramento e l’amore.
In quei dubbi così ben scritti, si respira una volontà di andare oltre, oltre la rabbia e la paura, voglia di fare la differenza, di andare contro le statistiche.
Forse Samuele tornava, dagli Ambasciatori dove  Aldo Giovanni e Giacomo presentavano il loro ultimo libro. Li ho visti per caso, dalle vetrine, c’era fermento intorno, cellulari alzati.  Dovevano essere grandi amici, ho pensato, spesso aveva cantato i loro film. 
Contenta come la ragazzina che li seguiva a Mai dire gol, mi sono infilata dentro, veloce. Ho trovato un posto, il mio posto. Al primo piano della grande libreria, dove la folla non arrivava, troppo lontano dai fan più accaniti.
 Lì, nell'angolo delle salse messicane, proprio dietro il bistrot, ci sono dei tavolini nascosti.
Un loggione privato per tutti gli spettacoli.Una tappa fissa delle mie passeggiate in centro. Quel loggione. 
Ho visto la luna. Era bellissima, come sempre, forse un po' di più.
Da sotto le coperte, mi aveva spinto a uscire, la nicotina, la fame e un reading di poesia che avrei voluto vedere. Ma fa troppo freddo.
 #simonecarta mi scuserà, ma seguitelo perchè è bravo.
Ma stasera c'è freddo e via del Pratello per me è lontana da casa e c'è la luna.

Stasera c’è la super luna. Una luna così sfavillante si vedrà ancora nel 2034.
...quindi andate a guardare la luna, mandate foto di luna a chi meglio credete.
Fermatevi un'attimo a guardarla, la luna e pensate a qualcuno, così, gratis, che fa bene al cuore.
Un pensiero mentre guardo la luna, uno dei tanti...


mercoledì 9 novembre 2016

Cara America...


Cara America,
Ho tante cose da dirti, oggi.
La prima cosa che mi vien da dire…
E quel gran furbacchione di Putin…
Continua a bere wuodka e a festeggiare, non ha più il tempo di andare a correre a petto nudo a cavallo … e vede più vicino il momento del raccolto. Sta lì come un gatto sul termosifone a lisciarsi i baffi.
Trump presidente degli Stati Uniti d’America.
… Oh Gesù aiutaci tu.
Gli americani hanno espresso il loro voto.
Sia perché spinti da un’elezione programmata da nativi digitali, sia che siano andati a votare con cavallo e lazo roteante, sono andati a votare.
Uniti, gli americani, a loro modo, con quel modo alla John Wayne, stavolta lo sono stati davvero.
Innanzitutto, sono andati a votare, erano motivati chi per un verso chi per un altro ad andare e dire la loro.
Elezione seguitissima, come è seguitissimo Beautiful.
Intrighi, corna, email segrete, pettegolezzi di ogni genere, colpi bassi e furfanterie per ogni opinione.
Campagne elettorali  pessime.
Ha vinto quello dal curioso colorito arancione…che mi ricorda qualcuno ma non ricordi chi… c’è l’ho sulla punta della lingua…
L’unico motivo che mi solleva l’umore riguardo a questa nuova presidenza è che forse la terza guerra mondiale l’abbiamo ritardata di un bel po’, mentre con la Clinton non lo so, come sarebbe finita.
Il piano è facile adesso.
Putin si prenderà più Europa col bene placido del nuovo presidente.
Noi in mezzo a ‘sti due, uno stratega sopraffino e un cialtrone che nei sogni non solo ci ha creduto ma li ha pure realizzati.
Di una cosa sono sicura, che tutti e due sanno giocare bene a Risiko.
L’Europa è debole, l’Italia ha Renzi che è riuscito a fare di un referendum serio, un guazzabuglio di partito.
...Oh Gesù aiutaci tu...

Io l’avevo predetto Cara Inghilterra…

https://divagazioniliberedipaola.blogspot.it/2016/06/cara-inghilterra_28.html

martedì 1 novembre 2016

#rimandiamoilreferendum

1 Novembre.
Dopo un’indigestione di castagne, caramelle, cioccolata, dopo Halloween, dopo il terremoto.
Leggendo il giornale, mi viene da chiedere come oggi si devono sentire gli sfollati.
Perché è vero che la vita continua, perché è giusto guardare le cose con una certa distanza, perché è sacrosanto continuare  a fare quello che si deve fare.
Ma tutte le persone senza una casa, oggi come si devono sentire?
Non vi capita mai di pensare e se fosse successo a me?
Si chiama compassione. Non nell’accezione negativa di pena, la pena è tutt’altro sentimento con una ben diversa origine. La  compassione è unione, lo trovo un sentimento d’unione.
Significa mettersi nei panni di qualcun altro.
Costretti ad andare, a lasciare a dormire nei treni, in posti che non gli appartengono.
Con una vita deviata su un binario che mai si sarebbero sognati di prendere.
Senza casa.
Sull’ingiustizia di una terra che trema violenta, purtroppo non c’è niente da dire.
Si tratta adesso di fare. Scioccati e impreparati, ma da fare c’è parecchio.
Sento vaneggiamenti culturali che parlano di ricostruire chiese.
 Sono pietre, si pensi prima alle persone.
Io farei un appello. Rimandiamo il Referendum sulla costituzione e diamo i tanti soldi a chi ne ha davvero bisogno.
Non è un’idea bislacca.
Questo referendum è un guazzabuglio di controsensi  ancora prima di essere stato fatto.
Una farsa, ormai.
C’è un’emergenza contro un guazzabuglio.  
Persone senza casa contro una decisione che si può comunque rimandare.

#rimandiamoilreferendum