La super efficiente maestra di Alessandro, oltre ad una
lista infinita d’attività prenatalizie (ma perché???) mi ha dato il compito di
scrivere una favola da leggere a tutti i bambini della scuola, se solo sapesse
in quale stato di disperazione mi mette parlare in pubblico mi avrebbe evitato
questa tortura.
L’ho scritta, fa più o meno così.
“C'era una volta, tanto tempo fa, in un paese costruito con
piccole case di legno, una bambina di nome Margherita.
La sua mamma l’aveva chiamata col nome di un fiore perché
era nata in una soleggiata giornata di primavera.
Margherita non era una bambina come le altre, era una
bambina speciale.
Aveva il cuore di cristallo, di fragile e trasparente
cristallo. Era nata diversa dalle altre bambine con un cuore normale, se per
qualche ragione il cuore si fosse rotto, lei sarebbe morta.
Non c’era nessuna cura per un cuore così, disse il dottore
alla mamma di Margherita, doveva solo stare molto attenta a non cadere, a non
frantumare un cuore così delicato.
Per proteggere la sua
bambina la mamma di Margherita le costruì con cura, un’armatura fatta di legno
e pelle di camoscio da mettere sul petto, l’armatura era pesante e ruvida ma la
bambina per tranquillizzare la mamma la portava sempre addosso, anche quando
dormiva.
Margherita era triste, odiava la sua armatura, avrebbe
voluto essere una bimba come le altre con un cuore fatto di carne, avrebbe
voluto correre al lago insieme ai suoi compagni e nelle prime giornate calde,
farsi il bagno e giocare in acqua come tutti gli altri bambini, ma aveva paura. Per niente al mondo si sarebbe tolta l'armatura.
La mamma la consolava nelle notti di lacrime, la teneva
stretta, le accarezzava i capelli, le raccontava favole di principesse, di draghi che sputavano fuoco
e di coraggiosi principi che le mettevano in salvo.
Un giorno, nel bosco intorno al paese dalle piccole case di
legno, Margherita giocava insieme al suo fedele cagnolino Timmy. Per la strada
maestra, passava arrancando, un giovane vestito di stracci, magro come un lungo
e sottile chiodo di ferro. Timmy gli corse accanto e trotterellò vicino a lui
in cerca di coccole.
“Mi scusi signore, è un cucciolo e ha tanta voglia di
giocare” disse Margherita al ragazzo.
“Non ti scusare piccola, il tuo cane è davvero carino, mi
dispiace solo di non poterlo accarezzare” disse con una voce triste il ragazzo.
Subito la bimba si accorse che il ragazzo camminava curvo e
aveva l’espressione più triste che lei avesse mai visto.
“Hai fame? Chiese gentilmente Margherita.
“Molta, vengo da lontano e non mangio da giorni” rispose
timidamente il giovane vestito di stracci.
“Ho del pane e del formaggio con me, se vuoi possiamo fare
merenda insieme” disse Margherita tirando fuori dalla borsa la merenda che la
mamma aveva preparato per lei.
“Sei molto gentile, accetto volentieri” disse il giovane.
Si sedettero vicino alla riva del lago mangiando in
silenzio. Perché cammini sempre curvo?
“Sono nato così, ho il cuore di pietra e il peso del cuore
mi fa stare piegato, non sento niente, né dolore, né amore, né tenerezza,
nessun sentimento.” rispose il ragazzo.
“Perché porti quella buffa armatura sul petto? Non hai caldo
bambina? chiese il ragazzo finendo l’ultimo
pezzo di formaggio.
“Devo proteggere il mio cuore di cristallo, è troppo
fragile, si potrebbe rompere”.
Si guardarono in silenzio, erano simili, tutti e due avevano un cuore che non funzionava bene.
“Dove sei diretto?” chiese ancora la bimba.
“Al paese dei sogni, non è lontano da qua.”
“Il paese dei sogni?”
chiese interessata Margherita. “Non ne ho mai sentito parlare, di che si
tratta?” chiese attenta.
“Me lo ha indicato il Mago Coniglio incontrato nel bosco”
raccontò il giovane.
“E’ un paese magico dove si trovano tutti i sogni delle
persone, se riesci a trovare il tuo, diventerà realtà.”
“Ma davvero esiste un posto così?” chiese stupefatta
Margherita pensando a quante volte aveva sognato di avere un cuore normale .”Sei
sicuro che il sogno diventerà realtà se lo trovo?” domandò sempre più
interessata.
“Così mi ha confidato il Mago Coniglio, io vado per prendermi il sogno di un cuore leggero che ho tanto sognato.”
Margherita decise all’istante di seguire il giovane vestito
di stracci nel suo viaggio, sarebbe arrivata al paese dei sogni e avrebbe
trovato il suo, quello di avere un cuore normale.
Non poteva chiedere alla sua
mamma il permesso, doveva scappare. La madre non avrebbe mai acconsentito,
troppo preoccupata per la sua salute e per il suo fragile cuore.
“Vengo con te” disse al giovane vestito di stracci, voglio
il mio cuore fatto di carne."
La strada per il Paese dei Sogni, passava per la foresta Blu
che tanto impauriva la gente del villaggio di piccole case di legno.
Si raccontavano storie di terrificanti streghe vestite di
blu che prendevano i viandanti per nasconderli nelle loro caverne segrete. Si
raccontava che nessuno era uscito vivo dalla foresta Blu.
“Sono tutte credenze popolari, storie inventate per non fare
allontanare i bambini nel bosco” disse calmo il ragazzo vestito di
stracci, camminando all’interno della foresta.
“Stai tranquilla
Margherita, arriveremo nel paese dei sogni all’alba del prossimo giorno.
La foresta era fitta e i rami appuntiti tagliavano la
delicata pelle di camoscio della sua armatura. Gli alberi avevano le foglie di
una strana sfumatura di blu che faceva rabbrividire di paura Margherita. Il
sole stava tramontando, e i due viaggiatori stanchi e affamati cercavano un
rifugio per accamparsi per la notte.
In lontananza, nel buio illuminato da una piccola torcia, che
il ragazzo vestito di stracci aveva con se, scorsero una casetta, con le finestre
accese e un denso fumo che usciva dal comignolo.
“Andiamo a bussare Margherita, se troviamo una persona
gentile, ci darà un posto caldo per dormire, e se siamo fortunati anche
qualcosa da mangiare.” disse il ragazzo
anche lui stremato dal viaggio.
Timidamente la bambina bussò all’uscio della casa
illuminata.
Aprì una vecchina dai capelli bianchi e dal grembiule blu.
Che volete? chiese burbera.
“Riparo per la notte, siamo stanchi e affamati” disse Margherita
con un fil di voce ricordando le storie terrificanti delle streghe vestite di
blu.
“Entrate”
disse la vecchina.
Seduti vicino al fuoco mangiarono dell’ottimo stufato di
carne che la vecchia burbera gli aveva gentilmente offerto senza dire una
parola. Si addormentarono lì, davanti al camino, per terra, stremati dal viaggio.
Ad un tratto una puzza di bruciato svegliò Margherita dal
suo sonno.
Oh no! L’armatura aveva preso fuoco, si era addormentata
troppo vicino, stava bruciando. Svegliò il giovane vestito di stracci in cerca d’aiuto,
terrorizzata.
Il giovane maldestramente riuscì a slegare l’armatura,
buttandola velocemente nel camino, bruciandosi tutte e due le mani.
“Che paura ho avuto! Adesso come faccio senza l’armatura?" disse
piangendo Margherita.
"Devi solo stare attenta, piccola mia, vedrai che andrà tutto
bene."
Margherita, per la prima volta da quando era nata, si sentì
libera senza la sua armatura.
“Hai ragione” disse, asciugandosi le lacrime, ce la farò,
devo farcela.
Il giovane abbracciò forte la bambina e si addormentarono
sfiniti.
L’indomani al loro risveglio, ebbero una incredibile
sorpresa, la casa era scomparsa, la vecchina era difronte a loro vestita con uno
scintillante abito blu.
“Non abbiate paura ragazzi, sono la fata Blu che protegge l’entrata
del Paese dei Sogni, prego questa è l’entrata, disse indicando una porta
ricoperta di fitta edera verde. Buona fortuna e spero che troviate quello che
tanto vi sta a cuore." disse prima di sparire in una nuvola di fumo blu.
Superarono la porta ricoperta di edera verde e rimasero esterrefatti
nel vedere maestoso, il Mago Coniglio,
seduto su un trono di diamanti, rubini e smeraldi.
“Benvenuti” disse il Mago Coniglio. “Avete fatto tanta
strada per venire a recuperare i vostri sogni!"
“Salve Mago Coniglio, dove possiamo trovare i nostri cuori
di carne? chiese impaziente il giovane vestito di stracci.
Il Mago Coniglio stette un momento in silenzio guardando i due giovani.
“Cari ragazzi inizio col dirvi che non esiste nessun Paese
dei Sogni!”
“Cosa? Gridarono insieme i due giovani sfortunati.
“Mi hai
ingannato” urlò il ragazzo tutto rosso in faccia per la rabbia di essere stato
preso in giro, mentre Margherita piangeva di un pianto inconsolabile.
“Ragazzi, la magia l’avete fatta voi e non ve ne siete resi
conto.
Margherita ha superato la sua paura di vivere senza l’armatura e tu
giovane arrabbiato hai sciolto il tuo cuore lasciando entrare tenerezza e
affetto quando hai salvato la bimba dal fuoco e ira per essere stato ingannato. Tornerete a casa con i vostri cuori fatti di carne, ve ne farò personalmente
dono.
Avete superato le vostre paure e i vostri limiti come solo i coraggiosi
riescono a fare, per questo sarete premiati."
Il giovane improvvisamente si sentì leggero, il peso di un
cuore di pietra era magicamente sparito, tanto da farlo stare dritto.
Margherita, per la prima volta, sentì il suo giovane cuore battere veloce nel
petto per l’emozione.
I ragazzi erano guariti e felici di una gioia mai provata,
si abbracciarono.
“Andate ora, disse il Mago Coniglio e ricordate che voi e
solo voi, col vostro coraggio, siete riusciti a guarire i vostri cuori, io vi ho
dato solo un semplice aiuto.”
E come si dice alla fine di una fiaba…
...Larga la foglia
stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia…