martedì 25 settembre 2012

Crisi estrogeniche-familiari



Ma tu sei pazza! Tu non mi vuoi bene...” urla al telefono mia sorella Silvana.
“Perché non mi hai chiamato? Non mi sarei persa la scena di nostra madre senza parole nemmeno per tutto l’oro del mondo, mi hai ingiustamente privato di questo delizioso spettacolo, di un attimo di pura gioia, non si fa Paola, non si fa! Dai, almeno raccontami i dettagli, avrei pagato per esserci, per vedere la sua faccia!. Uffa, la mia vita è noiosissima in confronto alle vostre.”

“Si Silvana è vero non sai quanto è eccitante la mia vita in attesa di divorzio con un marito che mi odia e che mi vorrebbe vedere chiedere la carità sotto un ponte, mi sto proprio divertendo, facciamo a cambio?" Rispondo acida a mia sorella.

“Scusami Paoletta, sono una carogna” dice sottomessa e pentita Silvana.

Piccolo sfogo settimanale di mia sorella Silvana alle prese con la recente maternità, i chili di troppo e la quasi totale mancanza di sesso e di sonno. Ancora non si è abituata allo sconquasso che sua figlia, Azzurra, ha portato  nella sua vita. Una dolce e bionda bambina di un anno che sotto i riccioli nasconde un’espressione da cinquantenne che ha capito tutto della vita e la potenza distruttiva di una bomba atomica.

“ Hai ragione, non te ne dovevo privare, mea culpa, però per rimediare possiamo chiedere a Giada di invitarci al prossimo spettacolino porno, che dici? Ti piacerebbe?"

“ Sì dai, io porto i pop corn e tu le bibite"

"Almeno mi ricorderei quello che non faccio più da un tempo infinito. Mi sembrano anni che non faccio sesso! Voglio fare sesso! Non che io ne abbia la forza, ma mi sacrificherei per la patria se si presentasse l’occasione, giusto per calmare i nervi, a scopo terapeutico, ma a quanto pare il mio vigoroso marito non accenna neanche la più piccola avance sentimentale-sessuale, niente, nada de nada.”

“Ma non puoi fare la prima mossa tu?” suggerisco timidamente.

“Io???" urla Silvana come se qualcuno le avesse pestato un piede. “Paola, tu ti ricordi quando hai partorito Claudio, vero? Ti ricordi che non sei una ex velina e che dopo il parto ti rimangono circa nove chili da smaltire e che il tuo ego insieme al tuo sex appeal sono sepolti da strati di lardo? Ti ricordi che il frugoletto tra poppate, pannolini da cambiare, coliche, e notti insonni( per puro sadismo), ti prende tutto il tempo a tua disposizione? Ti ricordi che la tuta extra large macchiata di  vomito di neonato è la tua divisa standard? Rammenti anche sicuramente che la tempesta ormonale e la assoluta mancanza di sonno ti rendono accogliente e conciliante come un orco col mal di denti! Sono stanca, mi sto abbrutendo,  non penso al sesso, ma ne avverto il bisogno.”

“Sì tesoro, mi ricordo tutto, ma non ti buttare giù, vedrai che migliorerà, ci vuole un po’ di tempo, e poi se proprio te la devo dire tutta ….sei pazza come un cavallo, io al posto di Pietro non ti scoperei, avrei paura, non ti parlerei neanche se tu non fossi la mia sorellina adorata”.

“Ecco vedi? Neanche tu …lo faresti….” dice lacrimosa mia sorella.

“A parte che la discussione sta diventando surreale, ti consiglio di chiamare nostra madre, di chiederle di badare ad Azzurra per un pomeriggio che ti servirà per farti una lunga doccia calda, una visita dal parrucchiere, buttare la tuta extralarge e farti un paio d’ore di sonno, che dici?”

“Forse sarebbe carino, ma mamma non si è mai offerta di badare ad Azzurra, io non glielo chiedo!” risponde piccata la mia complessata sorellina.

“Ok ci penso io, a dopo” dico mentre digito il numero di cellulare di mia madre.

“Mamma vai a casa di tua figlia e passa il pomeriggio con la tua nipotina senza fare storie, se non lo farai avrai a breve un altro divorzio da affrontare, quello di Silvana e Pietro, vai senza fare domande, capito??!!!”dico cercando di essere il più perentoria possibile.

“Non posso oggi pomeriggio ho un burraco a casa della mia amica Elena, peccato sarà per la prossima volta!?” risponde leggera la superficiale nonnina.

“Devi andare per forza, mamma, il burraco potrà aspettare.” insisto decisa a non mollare.

“Ma perché questa urgenza? Ha litigato con il marito? Ma cosa è un virus?” chiede scocciata.

“Ho detto niente domande, fidati di me, se vuoi evitare un altro divorzio va da Silvana!!”

“Ok, va bene vado, ma proprio tutto il pomeriggio con Azzurra? Lei è tanto bellina ma è un diavolo scatenato… dice terrorizzata all’idea di passare cinque ore con la pestifera nipotina.

“Mamma!” intimo con voce ferma.

“Va  bene, certo che tu e le tue sorelle mi farete morire, prima tu, ora Silvana, per non parlare di Giada poi, ma che male ho fatto?? Ora la chiamo.” conclude Lucilla con un doppio sospiro.

Ho chiuso il telefono felice di avere fatto una buona azione, una di quelle che mi avrebbe fatto diventare una persona migliore, che avrebbe alleggerito il mio karma.
Il mio karma si è subito incupito verso mezzogiorno quando ho ricevuto una lettera dall’avvocato di mio marito.

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