domenica 28 giugno 2015

Giornata in piscina ( Parte prima)




Triste ma determinata, decido di andare in piscina vicino casa che mi dicono essere tremendamente decadente, pur di non rimanere a casa con questa bella giornata estiva, le cicale che cantano, tutto un mondo fuori e un bel libro nella borsa. L’ho detto, determinata.  Determinata a non deprimermi.

I bimbi sono col papà. Mi prendo uno di quei momenti che i miei figli definiscono con scetticismo, incredulità e invettive varie, I MOMENTI CHE MAMMA VUOLE SOLO PER LEI .

Di solito, I MOMENTI CHE MAMMA VUOLE SOLO PER LEI, si limitano a bere un bicchiere di vino mentre preparo la cena e canticchio canzoni degli ABBA o semplicemente chiudendo la porta del bagno a chiave.

I miei figli ormai lo sanno, non lo condividono, tanto meno lo capiscono ma lo hanno assimilato e archiviato come dato di fatto: mamma è matta ma simpatica e quindi gli concediamo qualcosa, anche se non siamo affatto d’accordo…

Capite quindi l’estasi nel pensare di poter passare una, intera, giornata, in piscina, da sola.

L’ultima volta sarà stata nel 1987.

C’è sempre un’amica, un figlio, un amico del figlio, un fidanzato, amante, marito, un nipote, una madre, un fratello. C’è sempre qualcuno che se accenni a voler andare in piscina, si aggrega.

 Stessa cosa vale per la spiaggia. Si aggregano.

 Io ho cominciato e imparato a mentire per leggere un libro in spiaggia, da sola, in santa pace.

Sono una che si sta molto simpatica, mi trovo bene con me, mi annoio raramente, ho sempre qualche trafuglio ( mio neologismo)  da fare, da leggere, da sistemare, da studiare, da cucinare, quindi stare da sola non mi infastidisce per niente. C’è gente che va fuori di testa se sta sola, se non ha impegni, se non è collegata H24 a tutti i social.

IO NO.

Quando capitano giornate come queste, dove potenzialmente mi posso fare i cavoli miei tutto il benedettissimo giorno, a me non mi pare vero.

Ha aiutato il miracolo, togliere la suoneria del telefono che giace spento in fondo alla borsa.

Come ogni volta che vado in un posto che non conosco, ho una leggera scarica di adrenalina che mi infastidisce. L’ignoto mi stuzzica e mi terrorizza.

Adoro entrare in un locale e sapere qual è il mio tavolo preferito, mi rassicura che la ragazza del bar ogni mattina mi saluti dandomi del tu, mi piace salutare la gente che conosco per strada e che la commessa del super si sorprenda se cambio marca di cereali. Sono una predatrice territoriale.

Il nuovo mi agita e mi diverte.

Nel tentativo di ambientarmi il più presto possibile, leggo il cartello con le informazioni, in fila alla cassa.

Avere informazioni, mi rassicura.

Cazzo ho dimenticato la cuffia, lì, sul tavolo vicino al caffè.

Completamente destabilizzata, mi riaffido al cartello.

Il prezzo segnalato sul cartellone sopra la cassa dichiara due euro in meno di quella che chiede l’abbondante e poco pulito addetto.

Il cassiere ridacchia come Ponzio Pilato alzando le braccia al cielo contro le lamentele di quello davanti a me che bestemmia come un posseduto, per aver pagato un quarto dello stipendio in cuffie da bagno che la madre dei suoi numerosi figli ha dimenticato a casa. Il marito ciabattando, offeso, in dei boxer lilla, impettito entra in piscina.

Ho avuto uno sguardo di complicità con la povera donna con la giornata rovinata e col portafogli in mano ho chiesto il prezzo.

“Sciabato e Domenica si paga di più, non è mica colpa mia, non si arrabbi con me, bella scignorina? Che già oggi mi girano…eh, ssciorbole, sciapessce” come mi girano, mi girano da matti!”  alzando la voce.
Buona, devo stare buona, penso....Conta fino a dieci... uno...due...tre...quatt...Ma io dico?Perché è inutile che te la prendi con me e poi si vede e soprattutto si sente che ti girano perché non hai una donna, perché...quattro...cinque...sei... dieci.

Normalmente mi sarebbe partito un micro embolo... quel povero disgraziato si sarebbe dovuto sorbire i miei dissensi sulla sua educazione, sulla gestione della struttura, sulla sua pulizia personale per almeno una mezz’oretta  con ovvi seguaci in fila inferociti per l’aumento di prezzo non giustificato.  Avevo vinto.

Adoro litigare con sconosciuti maleducati, soprattutto nelle vicinanze del ciclo. Sfogo la rabbia repressa.

Ma la questione richiedeva tempo e io volevo iniziare la mia super, giornata, da sola, in piscina.

Il proprio credo contro il proprio interesse, una lotta di ogni giorno.

Ha vinto l’interesse, per oggi e poi mi ha chiamato “scignorina”…

… ma ho preso il posto prato, il minimo, l’essenziale, così per dispetto e non ho comprato la cuffia, rimedierò.

Avventurosissima sono…

To be continued…

 

 

 

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